Come creiamo la nostra realtà?

E ancora, perché la creiamo?
La realtà, potresti chiederti, non è già lì fuori nelle cose che osservi e vivi ogni giorno?

Voglio lasciare la risposta alle parole del dott. Brian Green, fisico statunitense tra i più importanti studiosi della “teoria delle stringhe” e dal 1996 professore alla Columbia University:

La realtà che osserviamo,
la materia che si trasforma nello spazio e nel tempo,
potrebbe avere ben poco a che fare
con la realtà ‘vera’, che sta davvero ‘là fuori’.
Sempre che là, fuori di noi, esista una realtà.

Un affascinante viaggio di ricerca

Dobbiamo ammettere che ciò che afferma il Dott. Green (e a dire il vero non è affatto l’unico ad affermare questa teoria) è qualcosa di molto affascinante.

Prova a pensarci: “… Sempre che là, fuori di noi, esista una realtà.”

Che cosa vorrà dire esattamente?

Qualche tempo fa abbiamo iniziato insieme un viaggio proprio alla ricerca di risposte di questo tipo.

Domande e risposte che spesso, fino ad oggi, sono state relegate ai confini dell’inspiegabile. Domande sui temi fondamentali della vita tipo: come fare ad ottenere risultati, che impatto abbiamo sulla realtà o, anche, perché accadono le cose?

Nella prima puntata del nostro viaggio alla ricerca delle risposte a queste domande abbiamo definito i 3 livelli della realtà, ovvero i 3 livelli attraverso i quali non solo definiamo ma, letteralmente, creiamo la nostra realtà.

Come ti dicevo nel primo articolo, è importante provare a osservare la realtà da un diverso, o meglio, da diversi, punti di vista.

Questa capacità di ipotizzare diversi modi per vedere le cose è la base per la comprensione e l’utilizzo del Cervello Quantico nella tua vita.

Come ho fatto in occasione di quel primo articolo, anche oggi, ti invito dunque a prendere in considerazione insieme a me l’ipotesi della visione delle molteplici possibilità, prospettive e spiegazioni della vita, di ciò che osserviamo, della realtà. Insomma, a prendere in considerazione la possibilità di altri punti di vista.

Come ti avevo già detto,  la realtà si può definire, osservare e creare su 3 livelli, ognuno dei quali ha impatto un diverso e più profondo sulla matrice della realtà stessa:

Livello 1: cervello razionale

Livello 2: cervello emotivo

Livello 3: cervello quantico

Adesso approfondiremo il Livello 1, quello del “Cervello Razionale”.

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Come il Cervello Razionale crea la Realtà

“Un albero che cade fa rumore?”

Anche questa domanda, apparentemente strana, non è mia.

E’ del Dott. Robert Lanza.

Il Dott. Robert Lanza è  professore presso la Wake Forest School of Medicine (North Carolina) e direttore scientifico della Ocata Therapeutics dove si occupa di cellule staminali e clonazione.

Ha all’attivo centinaia di pubblicazioni e di brevetti, è autore di una ventina di libri scientifici e nel 2005 ha ricevuto il Rave Award per la medicina da Wired. Come se non bastasse, nel 2014 è stato incluso fra le «100 persone più influenti del mondo» dal Time.

Ma torniamo alla sua domanda: “Un albero che cade fa rumore?”

Se la domanda ti era sembrata strana, la risposta sarà probabilmente ancora di più.

Infatti, se la tua risposta è stata ‘si’, la risposta del Dott. Lanza invece è: ”No: un albero che cade non fa nessun rumore”.

In realtà, come lui stesso spiega, un albero che cade provoca semplicemente uno spostamento d’aria. E’ infatti quello spostamento d’aria a raggiungere il tuo timpano e a farlo vibrare (e quindi a darti la sensazione di un rumore).

Un albero che cade è semplicemente un fatto, è semplicemente ciò che è.

Tutto il resto, tutto quello che succede dopo, è una tua interpretazione (anzi, come vedremo andando sugli altri due livelli di creazione della realtà, è addirittura una tua creazione).

E sai perché? Perché una volta che quello spostamento d’aria raggiunge il tuo timpano e lo fa vibrare inizia un’esperienza soggettiva, tutta interna, tutta tua: potresti fuggire dalla paura, potresti restare lì a guardare un evento che non capita solitamente di osservare…potresti decidere di fare altre migliaia di cose.

Per dirla con il Cervello Quantico:

a partire da quell’evento,
potresti decidere di creare un qualsiasi futuro
fra tutti i futuri in quel momento potenzialmente già disponibili.

Ricordati questa domanda e questa risposta perché, quando parleremo del Livello 2 della Realtà (il Cervello Emotivo) andremo bene a fondo e probabilmente comprenderai più in profondità perché quella realtà la crei proprio tu.

Per farti comprendere però un concetto fondamentale che in qualche modo si lega a questa domanda e a questa risposta e, soprattutto, al Cervello Razionale che è l’argomento di questo articolo, voglio raccontarti una piccola storia:

“Un giorno due persone, ognuna delle quali dirigente di due diverse aziende di calzature, vennero mandate in una parte sperduta dell’Africa per valutare la possibilità di iniziare in quel posto una nuova attività.
Dopo un paio di giorni il primo chiamò il suo referente in azienda e gli disse: qui le scarpe non le usa nessuno, sarebbe una pessima idea pensare di aprire un’attività in questo posto.
Anche il secondo chiamò il suo referente, e gli disse: qui le scarpe non ce l’ha nessuno, ne venderemo tantissime!”

Chi decide cosa?

La domanda chiave è: chi decide cosa?
Perché davanti allo stesso tipo di eventi le persone diverse reagiscono in modo diverso?

Perché davanti ad un evento qualsiasi alcune persone vedono un problema mentre altre vedono una possibilità? Perché questo succede non solo davanti agli eventi che viviamo tutti i giorni, ma anche di fronte ai grandi temi della vita? Quelli della salute ad esempio, o addirittura sul tema della morte?

La risposta è una ed una sola:

Tutto dipende dai programmi mentali,
da quel chip che ti è stato” immesso nella testa”,
che è stato programmato e che continua ad essere programmato ogni giorno
e che ti dice che cosa è giusto e che cosa è sbagliato,
come fare le cose e come non farle.

E di conseguenza viene semplice pensare che se fossi nato in un altro posto del mondo e avessi avuto altre esperienze di vita o fossi cresciuto in un altro ambiente, magari fisicamente saresti la stessa persona, ma nello stesso tempo saresti una persona totalmente diversa.

E allora ti faccio questa domanda: “Quando dici ‘io’, a chi ti riferisci?”

A quell’ammasso di programmi mentali o a qualcos’altro?
La verità, e ormai stai cominciando ad intuirlo molto bene, è che c’è molto di più.

Identificarsi con i propri programmi mentali è come essere davanti ad un meraviglioso quadro d’autore e continuare ad osservare il chiodo con cui è stato appeso…

Il tuo più grande potenziale è spesso inesplorato.

Conoscere il tuo cervello, il modo in cui è stato programmato, per demolire quei programmi e inserirne altri che vanno bene per il tuo scopo, ti aiuterà a cambiare completamente prospettiva e a creare realtà totalmente nuove.

Il nostro cervello infatti, sebbene sia uno strumento molto potente, in realtà altro non è che un esecutore, o meglio un potente esecutore, di programmi mentali.

Ogni scelta che facciamo, ogni decisione che prendiamo, è la fase finale di un’elaborazione mentale.

Fin da quando nasciamo il nostro cervello viene riempito di informazioni che rispondono alla domanda: come fare a…come comportarsi di fronte alla situazione x, y…

Sono informazioni che vengono impresse in vari modi: in modo diretto (attraverso le cose che ci vengono insegnate) e in modo indiretto (attraverso gli esempi che abbiamo intorno e che ci fanno presumere informazioni).

Prova a rispondere a questa domanda:

“Ti è mai capitato di accorgerti di avere un comportamento tipico,
simile ad uno dei tuoi genitori?”

In tanti anni, nessuno mi ha mai risposto di no.

E’ un classico esempio di come il nostro cervello sia programmato (da varie fonti).

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E adesso che faccio?

Anni fa ad uno dei miei corsi partecipò un piccolo imprenditore che stava facendo la scelta  di provare ad espandere la sua azienda oppure no.

Chiaramente questa decisione comportava l’assunzione di alcuni rischi (fra i quali quello concreto di danneggiare seriamente la sua attività se il progetto di espansione non fosse andato bene).

Durante una fase di ‘scavo’, fase in cui si va all’origine dei nostri pensieri, scoprimmo che l’azienda l’aveva creata il padre che, spesso, gli ripeteva ‘so che ora l’azienda è in buone mani, qui dentro ci sono tutti i miei sacrifici, mi raccomando preserva il suo valore, non ho mai fatto il passo più lungo della gamba’ (ecc. ecc. ecc.).

Continuando a scavare nella sua programmazione mentale, che cosa scoprimmo insieme a questa persona?

Che la sua resistenza non era davvero sua, ma era la resistenza che il padre gli aveva involontariamente trasferito (con programmi mentali del tipo ‘non fare il passo più lungo della gamba’).

Questa nuova consapevolezza lo liberò all’istante dei condizionamenti e gli fece rendere conto della programmazione mentale ricevuta, divenendo finalmente libero di decidere da solo.

Ovviamente non conta che cosa decise di fare con la sua azienda, la cosa più importante fu  che la scelta fu finalmente sua e di nessun altro.

Tutte le azioni che compi (e sottolineo TUTTE) sono il frutto di una programmazione mentale, sempre.

– Cosa ti veniva ripetuto più spesso quando eri bambino?

– Quali situazioni hai vissuto?

– In quali ambienti sei cresciuto?

– Quali sono le cose che hai involontariamente imparato?

– I concetti che volontariamente, o involontariamente, ti hanno passato?

Io spesso faccio questo esempio: da bambino, come la maggior parte dei bambini, mi piaceva giocare a calcio. Ma se fossi nato in America.. probabilmente mi sarebbe piaciuto il Basket…o il Football americano.

E’ un esempio volutamente semplice, ma prova a pensare quanti concetti ti sono stati passati, senza che tu ne fossi cosciente.

Allora cosa fa la differenza fra una persona e un’altra?

Una cosa sola: la sua programmazione.

E quando parlo di programmazione intendo quella su vari livelli: mentale ed emotiva che, come sai, scatena anche fattori quantistici.

Ecco quindi il primo potere che abbiamo per avere impatto sulla realtà.

LIVELLO 1: PROGRAMMAZIONE MENTALE
Dissociarti dai tuoi pensieri (non sono veramente tuoi)
e avere la capacità di vedere le cose in modo diverso.
Produrre programmi mentali con vincenti per il tuo scopo.

 

Una volta che sai che non sei tu – ma sono i tuoi programmi mentali – non ti resta che cambiarli.

Come fare?
Smontare un programma su tutti i livelli spesso richiede un lavoro di scavo (cosa che ad esempio facciamo durante ‘Il Potere del Cervello Quantico Live’). La prima è una fase di deprogrammazione in cui ci si rende consapevoli del programma e lo si smonta sui vari livelli (mentale ed emotivo).

Poi si passa ad una fase di programmazione, nella quale si installa un nuovo programma che, per funzionare a dovere, dovrà essere allineato a tutti i livelli.

Ciò che però  devi abituarti a fare davanti ad ogni progetto, blocco, paura, resistenza, sogno o desiderio è chiederti: “sono “proprio io” a pensarla così?”

Se fossi X (e per X intendo una persona che magari conosci e di cui hai stima) come la penserei? Se fossi nato in un altro posto del mondo, avessi avuto altre esperienze, fossi cresciuto con altri concetti, come la penserei in questo momento?

Questo ti aiuta nel processo di consapevolezza del programma, ti aiuta a provocare quello che chiamo ‘lo spostamento del punto di percezione’ e quindi iniziare a vedere cose che prima non vedevi, prendere in considerazione nuovi punti di vista, nuove idee.

Lì fuori, come diceva all’inizio di questo articolo il dott. Brian Greene, non esiste niente…
Tutto dipende, a questo livello, dai tuoi programmi mentali: programmi mentali di cui puoi diventare consapevole.

Puoi riprogrammare il tuo cervello si, ma questa volta con programmi utili al tuo scopo.
Ed è in quel momento… che cambia tutto.

Nei prossimi articoli scenderemo ancora più in profondità sulla creazione della realtà, prima sul Livello 2, quello Emotivo, poi sul 3, il Livello Quantico.

Ma, qualunque sia il livello, non credo ci siano parole migliori di quelle contenute nel Talmud (il più importante testo sacro dell’ebraismo) per descrivere la nostra esperienza della realtà.

Non vediamo le cose per come sono.
Le vediamo per come siamo.
– Talmud

Ti do appuntamento al prossimo articolo, con nuove spiegazioni dell’inspiegabile.

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