Persona” definisce originariamente la maschera,
vale a dire il ruolo interpretato dall’attore
nel dramma antico che lo caratterizza’.
Konrad Lorenz
Premio Nobel per la medicina e la fisiologia nel 1973

Mi è capitato spesso in passato, quando ero più giovane e un pò inesperto, di accusare il colpo quando mi sono trovato in un ambiente ostile.

Negli anni, durante il percorso con PiùChePuoi che mi ha portato ad entrare in relazione con moltissimi di voi, mi sono reso conto che l’argomento dell’ostilità che a volte si percepisce intorno, è una delle tematiche che ricorrono più di frequente quando mi scrivete sia all’interno del percorso DEVA che sui social.

Probabilmente è capitato anche a te in qualche occasione: sei lì, con una nuova idea che ti frulla per la testa e che a te pare ottima, o addirittura straordinaria. Hai in mente un progetto, non importa se riguarda la tua vita privata o professionale, ma è così chiaro, preciso, cristallino che non ti resta altro da fare che metterlo in pratica, e invece, quando lo trasferisci all’esterno e lo racconti a chi ti è vicino, ti rendi conto che chi ti sta di fronte non riflette la tua visione, ma che anzi la ostacola, rema contro.

E allora  inizi a perdere sicurezza fino al punto che rimetti in discussione l’intera idea, l’intero progetto.

A volte ti ritrovi addirittura a mettere in discussione te stesso, il tuo valore e le possibilità che hai di cogliere, o non cogliere, le varie opportunità e raggiungere i traguardi che ti eri prefissato.

Potrei dirti delle frasi fatte come ‘segui la tua strada’, ‘non ascoltare gli altri’, o addirittura ‘ascolta il tuo cuore’. Tutto molto bello, se non fosse che probabilmente lo hai già sentito ripetere tante volte e non ti è stato molto utile.
Lo sai anche tu che dovresti andare dritto per la tua strada senza farti influenzare.
Ma allora perché non sempre è possibile farlo?

Come funzioniamo?

Come forse sai se mi segui da un pò, la mia caratteristica peculiare è quella di essere un gran curioso e la cosa che mi incuriosisce più di tutte è tentare di scoprire ‘come funzioniamo’.

E per questa ragione anche il quel periodo in cui mi sentivo tanto spesso immerso in un clima ostile, sono andato ad indagare i meccanismi e  le cause profonde, di quello che mi stava accadendo.

Con l’obiettivo, una volta riuscito a capire come e perché si attivavano, di evitare che si venissero nuovamente a creare.

Ogni pericolo perde molto della sua temibilità
una volta che se ne conoscano le cause.

Ed ecco che mi cercai di rispondere ad una domanda molto precisa: “Perché perdiamo fermezza davanti ad un ambiente ostile?”

Ma la risposta che trovai non fu una sola, ma ben tre diverse.

Ebbene sì, durante il periodo in cui mi misi a cercare di rispondere a questa domanda, scoprii che ci sono almeno tre  cause che possono determinare quel particolare stato emozionale che tanto ci mette a disagio nella vita di tutti i giorni.

Ho deciso quindi di scrivere tre differenti articoli in modo da dare ad ogni risposta il giusto spazio ed aiutarti così a mantenere il focus su ognuna di esse, spiegandoti come è possibile cambiare il tuo atteggiamento e liberarti una volta per tutte da questo stato depotenziante.

Come sai, cambiare la causa significa cambiare l’effetto in modo naturale e, soprattutto, duraturo nel tempo.

Iniziamo dunque con la prima di queste tre risposte che sono certo potranno aiutarti a mantenere la fermezza, la direzione e la tua personale visione, anche quando gli altri non sono d’accordo con te.

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Chi dice cosa?

Ci sono momenti che rimangono scritti in modo indelebile nella nostra memoria, poiché hanno coinciso con veri e propri punti di svolta.

Per me uno di quelli riguarda, come forse saprai, il periodo in cui decisi di seguire il mio grande sogno di mettermi in proprio.

‘Fai attenzione, è pericoloso, ma chi te lo fa fare, non fare il passo più lungo della gamba’. Erano i ritornelli che mi sentivo ripetere.
Mi destabilizzavano? Certo che sì!

La scelta che avevo di fronte era davvero importante e all’epoca mi stavo giocando tutto quello che avevo.

Nello stesso momento però, ebbi la fortuna, se così possiamo chiamarla, di essere con un piede da una parte e uno già dall’altra.

Infatti, seppur un piede lo avessi nel mio vecchio modello di vita, (quello da cui volevo uscire, in cui ero ovviamente circondato da persone che pensavano ed agivano per confermare quel tipo di realtà), l’altro piede però, visto che già mi ero avviato nel percorso di realizzazione, era già nel nuovo modello, quello che mi avrebbe condotto nella direzione in cui volevo andare.
Avevo così la possibilità di confrontarmi con entrambi i tipi di pensiero e di modello comportamentale.

Voglio essere chiaro: non c’è niente di male nell’essere in uno o nell’altro modello, dipende solo da dove si vuole andare.

Feci dunque questa riflessione per me all’epoca importante:

spesso accettiamo consigli, opinioni, punti di vista e soluzioni
da chi non ha raggiunto i risultati che vogliamo raggiungere noi.

E quindi ogni volta che qualcuno si sentiva di dirmi cosa dovevo o non dovevo fare secondo il suo parere, ho iniziato a farmi una domanda:

“Chi mi sta dando consigli o pareri riguardo a questa mia scelta, ha fatto esperienza concreta di ciò che vorrei fare io?”

E questa semplice domanda mi ha aperto un’importante possibilità:  quella di determinare l’affidabilità della fonte.

Verifica l’attendibilità della fonte

Ogni volta in cui ti ritrovi dunque davanti a qualcuno che pretende di sapere cosa sia meglio per te, il mio consiglio è quello di verificarne l’affidabilità:

Questa persona ha fatto esperienza concreta di ciò che vorrei fare io?

Questa è la prima domanda che devi porti.

Se la risposta è no, allora capisci bene che, sia dal punto di vista razionale che da quello emotivo, il parere o il consiglio o addirittura il giudizio che ti arriva da quella fonte è totalmente privo di ogni fondamento.

Non puoi accettare consigli sul successo finanziario da chi non ha avuto successo finanziario, o farti dire come costruire una relazione felice da chi non ha una relazione felice. O, per semplificare utilizzando una metafora, non puoi prendere consigli di nuoto da chi non sa nuotare.

Quindi, se ti capiterà di trovarti nuovamente in un ambiente depotenziante o circondato da persone che non ti sostengono, ricorda sempre di farti la domanda chiave:

questa persona ha fatto esperienza concreta di ciò che sto cercando di fare io?

Se ti sono capitati casi in cui ti è successo di perdere fiducia in te stesso e hai tentennato perché l’ambiente intorno a te era ostile, raccontamelo nei commenti, e dimmi anche come hai affrontato e risolto la situazione quando ne sei stato capace.

I pensieri sono cose, per giunta molto potenti e, spostamenti di percezione provocano la liberazione di infiniti potenziali.

C’è un modo diverso di vedere le cose.
Più che puoi.

Sempre.

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