Oggi voglio parlarti di un fenomeno che riguarda il tuo cervello e che ti farà comprendere molto di più riguardo all’origine dei tuoi comportamenti e delle tue idee.
Ciò che credi di pensare o di voler fare, l’atteggiamento che hai riguardo ciò che ti accade, le tue potenzialità così come le tue presunte limitazioni, potrebbero infatti non essere proprio tue, per come le intendi tu, ma potrebbero avere origini ben diverse.
Conoscere questo meccanismo ti aiuterà a dissociarti da quei pensieri e atteggiamenti che danno origine alle tue presunte limitazioni e ti darà la possibilità di avere un nuovo punto di partenza per fare emergere nuove potenzialità.
Come il pensiero si trasforma in azione?
Nel 1991 il Prof. Giacomo Rizzolatti (un neuroscienziato italiano considerato l’autore di una delle scoperte delle neuroscienze più importanti degli ultimi 20 anni) aveva come obiettivo quello di scoprire quali processi cerebrali fossero innescati nella trasformazione da pensiero ad azione.
Cercherò di spiegarti l’esperimento con parole molto semplici.
1. I soggetti dell’esperimento erano stati messi davanti ad una ruota girevole che conteneva alcuni premi.
2. La ruota veniva messa in azione facendola girare.
3. Ad un certo punto si fermava, un led verde si accendeva e, solo in quell’istante i soggetti erano autorizzati ad allungare la mano e afferrare il premio contenuto nella ruota.
Piuttosto semplice come esperimento.
Ovviamente attraverso una serie di elettrodi e strumentazioni varie, nello stesso momento in cui veniva compiuto questo esperimento, veniva monitorizzato ogni parametro cerebrale dei soggetti.
Come dicevamo l’obiettivo era verificare quali circuiti (quali insieme di neuroni) venissero sollecitati.
Detto in gergo leggermente più tecnico:
l’obiettivo era individuare l’esatta sequenza cerebrale
attraverso cui un essere vivente
trasforma l’informazione visiva in azione.
Una volta individuato lo schema di base i ricercatori associarono un suono acustico a quello schema: in questo modo, ogni volta in cui il soggetto allungava la mano per prendere il premio, un amplificatore emetteva un suono e i ricercatori, attraverso i vari macchinari, osservavano di nuovo e più a fondo lo schema cerebrale, l’esatta sequenza dei neuroni messi in azione.
Uno strano risultato
Un giorno, mentre stava per iniziare l’esperimento e i soggetti erano già stati collegati ai vari macchinari, una persona del team del Prof. Rizzolatti afferrò uno dei premi per metterlo all’interno della ruota.
L’esperimento non era ancora iniziato, la ruota non era stata messa ancora in azione. Eppure l’amplificatore collegato ai circuiti cerebrali del soggetto che stava per effettuare l’esperimento emise un suono.
Il Dott. Rizzolati e il suo team non diedero particolare peso all’accaduto: l’esperimento non era ancora iniziato come ti ho appena detto, dunque immaginarono semplicemente che il soggetto avesse in qualche modo mosso la mano in quel momento, provocando l’accensione di quei circuiti motori.
Per diversi mesi il segnale acustico continuò a suonare durante l’allestimento di pressoché ogni esperimento e ogni volta la squadra lo liquidò come un errore causato dall’apparecchiatura stessa o come indicazione che il soggetto stesse muovendo il braccio o la mano proprio in quel momento.
Ma dopo alcuni mesi il prof. Rizzolatti non poté più ignorare questo strano fenomeno.
Iniziò dunque ad indagare monitorizzando altre aree motorie che avrebbero identificato qualsiasi minimo movimento.
Nessuno degli apparecchi rivelò il benché minimo segnale di movimento.
Il prof. Rizzolatti rimase attonito quando, finalmente, iniziò a capire quello che probabilmente accadeva:
Lo stesso identico neurone
che si accendeva quando il soggetto allungava la mano per afferrare il premio
si accendeva anche quando il soggetto
osservava il ricercatore afferrare quel premio.
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L’effetto pappagallo
I ricercatori di cui il prof. Rizzolatti era a capo si trovarono dunque in presenza di un effetto totalmente speculare:
A livello cerebrale per il soggetto,
fare una cosa o osservare qualcuno che la faceva,
era la stessa identica cosa.
Questa scoperta aprì un varco vastissimo nelle neuroscienze che portò alla scoperta di quelli che vennero definiti i neuroni specchio, una delle scoperte delle neuroscienze più rivoluzionarie degli ultimi decenni.
Cosa hanno scoperto dunque gli scienziati: che per il cervello fare qualcosa o osservare qualcuno che la fa è la stessa identica cosa, si accendono gli stessi identici schemi.
Sono i neuroni specchio in quell’attività che Lynne Mc Taggart (scrittrice e giornalista scientifica di fama internazionale) definisce l’effetto pappagallo.
A chi somigli?
La scoperta dei neuroni specchio ha dato anche una spiegazione molto più concreta e razionale a tutte le correnti che da sempre hanno ritenuto che tendiamo ad assumere idee e comportamenti delle persone che ci circondano.
Non solo questo è vero (qualcuno dice che assomigliamo alle 5 persone che frequentiamo maggiormente) ma, esperimenti alla mano, le persone che abbiamo frequentato e che frequentiamo, attraverso il meccanismo della ripetizione e l’attivazione dei neuroni specchio, hanno avuto il potere di modificare i nostri circuiti cerebrali provocando una vera e propria programmazione della nostra mente in modo indiretto.
Cinque, ovviamente, è un numero indicativo.
Ma se ti chiedessi di pensare alle 3 persone che hai frequentato maggiormente nella tua vita o che stai frequentando e ti chiedessi: ti capita di notare di avere comportamenti o atteggiamenti simili a queste persone?
Cosa risponderesti?
Sono sicuro di si. Il nucleo familiare, la cerchia di amicizie, il proprio partner, l’ambiente di lavoro, sono tutti strumenti di programmazione.
Il Cervello Quantico è libertà di scelta
Il Cervello Quantico riguarda l’origine dei fenomeni della programmazione, su vari livelli, e gli strumenti per riprogrammarsi.
La consapevolezza di queste programmazioni ci permette di avere quello che, secondo me, è il potere più grande: la libertà di scelta.
La scoperta dei neuroni specchio ci porta dunque ad una consapevolezza importante: il nostro cervello viene attivato da ciò che osserviamo.
La qualità delle nostre scelte dipende anche dagli esempi che abbiamo a disposizione.
Ecco cosa ti propongo:
1. Per 3 giorni a partire da oggi nota quante delle tue idee e quanti dei tuoi comportamenti e atteggiamenti siano simili alle persone che hai frequentato o che stai frequentando maggiormente, che hanno avuto o che hanno valore per te (dal nucleo familiare fino all’ambiente lavorativo, passando per le relazioni affettive e le tue amicizie)
2. Una volta che avrai davanti l’evidenza chiediti: di che tipo di esempi dovrei circondarmi per raggiungere ciò che voglio realizzare?
Così come il nostro cervello è stato programmato possiamo imparare noi stessi a riprogrammarlo, questa volta a nostro vantaggio, seguendo gli stessi principi, usando gli stessi meccanismi.
Quando parlo di questo grande potere, la libertà di scelta, ricordo sempre le parole di Richard Bandler, uno dei fondatori della Programmazione Neuro Linguistica. Parole che ho il piacere di passarti, nella speranza che ti possano essere d’ispirazione.
‘Quando utilizzo la parola ‘libero’
non significa che io non abbia problemi
o che non commetta degli errori.
Quando dico ‘libero’ intendo dire
che ho le sensazione di avere il controllo della mia vita
del mio destino.
Non ho bisogno di sapere cosa mi riserva il futuro
poiché mi sento capace di affrontare qualsiasi eventualità
e fare di ogni istante della mia vita qualcosa di meraviglioso’
C’è un modo diverso di vedere le cose.
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