Cosa è l’art-counseling, quali modalità utilizza, quali obiettivi si pone.
L’Art-Counseling è un’attività di competenza relazionale nel campo dei servizi umani che utilizza la modalità espressiva dell’arte e la creatività come potente strumento auto-rigenerativo e auto-riparativo insito in ciascuno di noi. Esistono tante modalità e approcci di counseling relativi ai rispettivi modelli teorici di riferimento e alle diverse scuole di pensiero. Quella cui io mi riferisco è la modalità dell’approccio Umanistico integrato all’interno del quale è possibile utilizzare sinergicamente una molteplicità di tecniche ed esercizi : dalla Gestalt alla Bioenergetica, dal lavoro sul corpo e sul respiro alla scrittura, dalle meditazioni guidate alla rappresentazione dei sogni, dal gioco alla fiaba. Immagini e immaginazione. La modalità artistica (arti grafiche, danza e movimento, narrazione, recitazione….) è quella privilegiata nell’Art-counseling, il cui obiettivo è migliorare e rendere più soddisfacente, appagante e creativo il proprio stile di vita, rendere la persona sempre più consapevole dei propri bisogni e del proprio mondo interno attraverso la metafora e il linguaggio simbolico dell’arte, modalità espressiva privilegiata per chi volesse vivere l’esperienza di uno speciale viaggio interiore.
L’art-counselor (o counselor espressivo) integra quindi l’utilizzo della creatività, proprio delle artiterapie, alle modalità peculiari del counseling: non valutazione del cliente e del suo problema, non interpretazione, non sostegno consolatorio, non proposta di soluzioni, non atteggiamento indagatorio MA:
empatia – autenticità – ascolto attivo – accettazione incondizionata -non giudizio.
Il counselor (ossia il professionista che ha seguito uno specifico percorso formativo di almeno tre anni) lavora nel campo della prevenzione del disagio e del potenziamento del ben-essere. Abbiamo visto come il suo ruolo sia quello di agevolare coloro che a lui si rivolgono, affinché trovino in se stessi le capacità necessarie alla gestione e al superamento dei propri problemi.
Obiettivi
E’ difficile e riduttivo spiegare in poche righe i vastissimi campi di possibile impiego e gli obiettivi “terapeutici” dell’art-counseling. Comunque, molto sinteticamente, esso mira a:
– riattivare le risorse personali,
– favorire l’individuazione e lo sviluppo delle capacità e delle potenzialità latenti,
– dare o restituire la consapevolezza delle proprie dinamiche interne e dei propri punti di forza,
– abbassare i livelli di ansia e angoscia,
– incrementare le competenze relazionali e sociali,
– far sperimentare e agire nuovi e più proficui schemi di comportamento,
– offrire sostegno psico-fisico nelle malattie croniche,
– ampliare la propria prospettiva esistenziale.
Proprio questo è il punto di differenza sostanziale tra Counseling e Psicoterapia : il primo si rivolge a persone sane , focalizzandosi sul potenziamento di ciò che nella persona è sano e funzionale al suo ben-essere globale per agevolare il superamento del disagio momentaneo; la seconda si occupa prioritariamente di psicopatologia e disagio psichico conclamato, concentrandosi sulla malattia. Gli ambiti, pur contigui, sono ben distinti; comunque l’art-counselor può lavorare sulla patologia solo in equipe, in collaborazione con medici, psicologi, psichiatri.
Obiettivo del Counseling è quindi il miglioramento della qualità della vita dell’individuo, la sua capacità di autodeterminarsi e autorealizzarsi: insomma il suo livello di soddisfazione esistenziale. La traduzione del termine counseling non è – come spesso erroneamente avviene – “consigliare” (che letteralmente è proprio ciò che un counselor non fa); l’etimologia della parola ci riporta piuttosto al termine latino “consulo” nel senso di “prendersi cura” e “venire in aiuto”: tale cura si realizza all’interno della speciale relazione che si viene a creare tra counselor e persona che voglia intraprendere questo percorso di crescita e auto-conoscenza. Questa modalità peculiare di “prendersi cura” costituisce già di per sè un potente fattore “terapeutico” per il recupero di
– autonomia,
– senso della propria dignità,
– autostima e autodeterminazione.
L’art-counseling, come strumento di crescita personale e autoconoscenza, è una modalità valida per chiunque, senza limitazioni di sorta relative a particolari patologie o età. Anzi, ne è auspicabile la diffusione in ogni ambito anche per la sua valenza “educativa” e “pedagogica” . Si pone inoltre come efficace modalità in un ampio ventaglio di problematiche che vanno dal disagio esistenziale legato a fasi particolari della vita, come periodi di passaggio e cambiamento (adolescenza, matrimonio, menopausa, distacco dei figli), all’elaborazione e superamento di una molteplicità di disagi caratteristici della nostra società e del nostro tempo: solitudine, depressione, paura di invecchiare, relazioni difficoltose, conflitti con noi stessi o con gli altri, incapacità e necessità ad accettare malattie croniche…
Il linguaggio non verbale dell’arte incrementa l’autoconoscenza, la consapevolezza, l’autostima e l’accettazione della propria individualità e l‘obiettivo dell’intervento di art-counseling è far riappropriare la persona delle proprie energie, restiturle autonomia, un accresciuto senso di dignità e capacità decisionale e una maggiore libertà, proprio grazie al linguaggio metaforico dell’arte che consente di fare, rifare e tras-formare aspetti della propria storia, esprimendo simbolicamente ciò che non è esprimibile a parole, (perchè troppo doloroso o presente ad un livello non consapevole) ri-creandolo, ri-plasmandolo attraverso l’esperienza “riparativa” del gioco. L’arte offre l’opportunità di cogliere il non visto e il non detto e l’occasione di contattare e dare voce a parti inespolorate e inespresse di noi stessi. Da un lato la manipolazione dei materiali (creta, colori digitali, gessi, stoffe….), l’espressione corporea nella danza o nel gesto e le altre forme di linguaggio non verbale utilizzabili, favoriscono il contatto profondo con le proprie emozioni; dall’alto, la condivisione della propria esperienza emotiva con il counselor e/o con il gruppo, consentono di sperimentare il piacere puro di “essere” in una dimensione (molto rara da vivere quotidianamente) di profonda e autentica comunic-azione e con-tatto. Si tratta sempre di un’esperienza estremamente emozionante e coinvolgente. Ritrovare la dimensione del “gioco” e dell’accudimento, relazionarsi, esprimersi autenticamente in un clima di totale accettazione reciproca, incrementa la capacità introspettiva e di integrazione delle varie dimensioni intellettiva, sensoriale ed affettiva, verso un’ecologia mentale consapevole. Non sono richieste abilità artistiche, non si cerca la performance estetica ma – agevolati dal counselor – l’espressione personale collegata al proprio sentire. Desiderio di esprimersi e comunicare a livelli profondi per recuperare parti inespresse del proprio mondo interno, trovare e offrire quell’ ascolto autentico di cui tutti abbiamo bisogno, nel rispetto reciproco, in uno spazio “protetto” (il counselor è tenuto alla segretezza assoluta, salvo il caso in cui sia chiamato a testimoniare da un giudice), privo di competizione e giudizio in cui ognuno è accettato e ritenuto abile e capace così come è.
Il Counseling ad approccio Umanistico integrato considera l’uomo nella sua interezza ed è orientato al soddisfacimento dei bisogni relativi alla totalità della persona in ogni sua dimensione: fisica e spirituale, emotiva ed esistenziale. Esso privilegia la centralità della persona, con tutte le sue emozioni, esperienze e tutta la sua angoscia esistenziale. L’obiettivo dell’intervento di art-counseling è di accrescere la propria capacità di utilizzare al meglio – poco o tanto che sia – quello che si ha a disposizione , cercando di trasformare in risorsa ogni apparente handicap.
In tal senso – per concludere – a proposito di esistenzialismo….. e di art-counseling:
“Non conta ciò che ci è stato dato, ma cosa noi riusciamo a farne”
(J. P. Sartre)
2 Commenti
lorena
cara susanna, grazie per la precisione con la quale hai illuminato alcuni miei dubbi. a questo punto pensavo di associarmi al termine art-counseleur, visto che il termine arteterapia (legittimato dalla formazione) pare sia fuori legge, per chi non è almeno psicoterpaeuta.
Enzo Avolio
Cara Susanna,
non finirai mai di stupirmi. Quante cose non so di te e quante cose ho appreso attraverso questo tuo articolo per il quale mi complimento.
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